Valtellina Extreme Brevet: non è solo ciclismo.

Oltre 450 km da percorrere, un dislivello complessivo di 12.118 metri, le vette ciclistiche più prestigiose da raggiungere; in palio un… “brevetto”, di cervo, capriolo, stambecco o camoscio delle Alpi. Questa è la Valtellina Extreme, una sfida ciclistica senza eguali e senza paragoni, perché come ha Stelvio, Gavia, Mortirolo; ed ancora Foscagno, Eira, Forcola, Bernina…

All’edizione 2016, andata in scena il 18 e 19 giugno, hanno preso parte 110 cicloamatori: in 34 hanno conquistato il brevetto di capriolo delle Alpi, in 25 quello di cervo delle Alpi, in 39 quello di stambecco delle Alpi (manca all’appello per motivi climatici il brevetto di camoscio delle Alpi).

I BREVETTI ASSEGNATI (file PDF)


Una avventura unica nel suo genere, “fatta posta per noi randagi della bicicletta” spiega Mario Zangrando, vice presidente dell’Unione Sportiva Bormiese e guida del sempre più attivo settore ciclismo del sodalizio, Un’idea rilanciata dopo tante ‘randonnée’ percorse in tutta Europa e non solo, sfruttando – e vi pare poco – un menù straordinario come quello proposto ai cicloamatori dalle nostre montagne.
D’accordo la Stelvio Santini; d’accordo per la Re Stelvio Mapei e per il Gavia. Ma questa è tutta un’altra cosa. Non una gara, perchè non ci sono né avversari o cronometro; piuttosto una sfida con sé stessi, con l’ambiente, con il clima… E stavolta il clima ci ha messo lo zampino rendendo impraticabile uno dei percorsi, quello del Gavia e della Valfurva, a causa di problemi idrogeologici. “E’ mancato l’en plein” è il commento a caldo degli organizzatori e dei 110 partecipanti, ma è andata benissimo anche così.


Il Brevetto Valtellina Extreme è nato sei anni fa e da cinque è dedicato a Mario Fumagalli. Tra i primi a prendere parte alla manifestazione, Fumagalli ha perso tragicamente la vita, investito mentre si allenava in bicicletta. Al suo ricordo Mario e Stefano Zangrando e la famiglia Fumagalli hanno voluto intitolare questa manifestazione assegnando, ogni anno, il premio “camoscio d’oro”. Premio non legato – come ricordavamo – alla prestazione che non viene riconosciuta, ma alla partecipazione, alla carriera, alla presenza costante. “La persona che premiamo quest’anno – ha ricordato Mario Zangrando – si è avvicinata da poco al mondo delle ‘randonnée’, ma ne è subito diventato uno protagonisti. E’ Patrick Mondini, altoatesino di Merano, è arrivato in bici per partecipare alla nostra manifestazione; abbiamo voluto assegnare a lui il memorial Fumagalli proprio per sottolineare questa passione speciale di cui è testimone”.
Passione che si percepisce andando a leggere sul blog personale: Valtellina Extreme, qui si gioca in champions league. Dimenticate le pianure infinite e il mettersi a ruota. Qui o pedali con la tua forza o la bici mette la retromarcia.
C’è anche un altro riconoscimento speciale che l’organizzazione assegna ogni anno ed è quello al gruppo più numeroso; lo scorso anno fu proprio la squadra di Merano di Mondini, savolta il trofeo se lo portano a casa gli amici del Pedale Lecchese.

Le foto sono di Stefano Pusani e AT